|
|
(Genova 1451 - Valladolid 1506), navigatore italiano, noto anche con la versione spagnola del nome, Cristóbal Colón che deve la sua fama alla scoperta del continente americano. La sua origine italiana è stata variamente contestata, ma sono attendibili numerose e le documentazioni che la comprovano. Il padre era tessitore e si pensa che la prima attività di Colombo sia stata proprio il commercio di tessuti e i suoi viaggi in qualità di mercante segnarono molto probabilmente l'inizio della sua carriera di navigatore. Intorno al 1470 compì il suo primo viaggio all'isola di Chio e nel 1476 si imbarcò su un convoglio di navi diretto in Inghilterra. Poi si stabilì a Lisbona, dove suo fratello Bartolomeo lavorava come cartografo. Nel 1479 sposò la figlia del governatore dell'isola di Porto Santo, Felipa Moniz Perestrello ed ebbe un unico figlio, Diego Colombo. Basandosi sulle informazioni raccolte nel corso dei suoi viaggi e sullo studio delle carte nautiche di cui disponeva, Colombo si convinse che la Terra fosse almeno del 25% più piccola di quanto all'epoca si riteneva, e che fosse occupata per la maggior parte da terre emerse. Sulla base di queste erronee considerazioni, Colombo ritenne di poter raggiungere rapidamente l'Asia navigando verso occidente. Nel 1484 sottopose la sua teoria al re del Portogallo Giovanni II, che però rifiutò di finanziare la spedizione proposta dal genovese. Colombo si trasferì quindi in Spagna, dove il suo progetto ottenne il sostegno di numerose personalità di spicco, che nel 1486 gli assicurarono un incontro con Isabella I, regina di Castiglia. A quel tempo Colombo, diventato nel frattempo vedovo, si legò a Beatriz Enriquez, futura madre del suo secondo figlio, Ferdinando. Come già era accaduto in Portogallo, anche in Spagna i suoi progetti esplorativi furono respinti. Colombo però insistette e, nell'aprile del 1492, Ferdinando II e Isabella accettarono di finanziare la sua spedizione. Il contratto stipulato con i regnanti stabiliva che Colombo sarebbe diventato viceré di tutti i territori scoperti. Gli fu inoltre assicurato un titolo ereditario e il 10% di tutti i metalli preziosi estratti nelle terre che sarebbe stato in grado di conquistare per la Spagna. La spedizione era composta dalla nave Santa María e da due piccole caravelle, la Pinta e la Niña. La piccola flotta lasciò il porto spagnolo di Palos il 3 agosto del 1492. Dopo qualche mese di viaggio cresceva il malcontento e la sfiducia dell'equipaggio nei confronti del proprio comandante il cui progetto, col passare del tempo, sembrava sempre più fallimentare. Proprio quando ormai si stavano perdendo le speranze, all'alba del 12 ottobre 1492, la terra fu avvistata e la spedizione sbarcò a Guanahaní, un'isola delle Bahama. Colombo prese possesso dell'isola, che ribattezzò San Salvador, anche se studi recenti sostengono che il primo sbarco sia avvenuto sulla piccola isola di Samana Cay. Nelle settimane successive le tre navi approdarono nell'attuale Cuba, che Colombo chiamò Juana, e a Hispaniola, tutte isole che Colombo riteneva fossero situate nei mari dell'Asia. Nel mese di dicembre la Santa María fece naufragio al largo di Hispaniola, mentre la Niña e la Pinta iniziarono il viaggio di ritorno nel gennaio del 1493 e raggiunsero la Spagna nel marzo successivo. L'accoglienza dei monarchi fu entusiastica e Colombo si vide confermare i riconoscimenti garantiti dal suo contratto. La seconda spedizione di Colombo lasciò la Spagna nel settembre del 1493. Nel corso del viaggio Colombo sbarcò nelle isole di Dominica, Guadalupa e Antigua. Colombo nelle vicinanze dell'odierno Capo Isabella, oggi nella Repubblica Dominicana, fondò la Colonia di Isabella. Lasciata la colonia nel 1494, Colombo fece dei rilevamenti lungo la costa di Cuba, che egli non riconobbe come isola ma che ritenne essere invece parte del continente asiatico, e proseguì poi verso la Giamaica. Quando Colombo ritornò nella Colonia di Isabella, la trovò minata dai contrasti interni, che avevano già spinto molti coloni a ritornare in Spagna. Il viceré del Nuovo Mondo fu costretto ad affrontare gli indigeni diventati ostili a causa della brutalità degli europei. Colombo li sottomise con le armi nel 1495 e molti di loro furono inviati in Spagna come schiavi. Nello stesso anno giunse nella Colonia di Isabella una commissione d'inchiesta inviata dai monarchi spagnoli. Le critiche mosse contro la gestione della colonia spinsero il genovese a fondare una nuova capitale, che chiamò Santo Domingo e, dopo aver affidato il comando al fratello Bartolomeo, a far ritorno in Spagna. Presentatosi direttamente a Ferdinando e Isabella, fu scagionato dalle accuse più gravi. I sovrani gli promisero che avrebbero finanziato una sua nuova spedizione, che fu organizzata però solo due anni dopo. Colombo partì per il suo terzo viaggio il 30 maggio del 1498. Il suo primo approdo fu l'isola di Trinidad, così chiamata in onore della Santa Trinità, da dove proseguì fino ad avvistare le coste dell'attuale Venezuela. Veleggiando verso sud, raggiunse l'estuario del fiume Orinoco, dove sbarcò con un manipolo di marinai. Rimessosi in mare avvistò e visitò numerose altre isole, per poi fare rotta nuovamente verso Hispaniola. Nel maggio del 1499 Colombo fu rimosso dal suo incarico e sostituito da Francisco de Bobadilla. Il nuovo governatore raggiunse i Caraibi e il suo primo atto fu l'arresto e la deportazione in Spagna di Colombo e del fratello Bartolomeo. Giunto di fronte ai due regnanti, Colombo insistette perché la regina in persona gli togliesse le catene. Isabella liberò e perdonò i due fratelli, li premiò per le loro scoperte, ma non acconsentì a rimetterli al comando della colonia. A questo punto Colombo ottenne nuovamente il sostegno della regina per compiere una nuova spedizione alla ricerca di un passaggio che, era convinto, lo avrebbe condotto questa volta in Asia. Gli furono concesse soltanto quattro caravelle, per giunta in pessime condizioni, e gli fu proibito di fare scalo a Hispaniola. La spedizione salpò da Cadice nel maggio del 1502. Al termine della traversata dell'Atlantico, le navi avevano urgente bisogno di riparazioni. Colombo gettò l'ancora alla fonda di Santo Domingo dove gli fu negato l'accesso al porto. La tempesta che seguì risparmiò Colombo ma distrusse quasi completamente la flotta che riportava in patria alcuni dei suoi peggiori nemici, tra i quali lo stesso Bobadilla, che era stato sostituito da Nicolás da Ovando. L'unica nave superstite fu quella che trasportava l'oro che spettava a Colombo. Dopo aver completato le riparazioni necessarie, il genovese navigò nelle acque antistanti l'Honduras da dove cercò verso sud il passaggio che non avrebbe mai trovato. Nel gennaio del 1503 sbarcò a Panamá. La spedizione fece nuovamente rotta verso Hispaniola, ma entrambe le navi affondarono al largo della Giamaica il 23 giugno del 1503. Colombo inviò a Hispaniola una richiesta d’aiuto mentre costringeva gli indigeni a procurare il cibo per i suoi uomini. I soccorsi arrivarono solamente un anno dopo, con un ritardo voluto intenzionalmente dal governatore Ovando. I superstiti della spedizione furono imbarcati il 28 giugno 1504 alla volta di Santo Domingo, da dove raggiunsero la Spagna. Dopo quel giorno Colombo non avrebbe mai più navigato. Gli ultimi mesi della sua vita furono segnati dalla malattia e dai fallimentari tentativi di farsi restituire da re Ferdinando i privilegi di un tempo. Il grande navigatore morì il 20 maggio del 1506 a Valladolid. Le sue spoglie furono prima sepolte a Siviglia, poi trasferite a Santo Domingo, e in seguito a Cuba. Nel 1899 furono riportate definitivamente a Siviglia.
|