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Dal momento che le strade erano poco sicure perché abitate da briganti e malfattori, la gente affidò, con il passare del tempo, i propri averi agli orafi. Quest'ultimi, infatti, sin dalla antichità lavoravano l'oro e possedevano luoghi sotterranei e sicuri dove potevano custodirlo.
Cominciarono, quindi, ad offrire anche al popolo questo servizio e la possibilità di riprendere il proprio oro in qualsiasi momento volessero.
Al momento di questo deposito, gli orafi rilasciavano una ricevuta scritta, "certificati di deposito". Man mano ci si rese conto che, dovendo effettuare un pagamento, non era necessario prelevare materialmente l'oro, ma era sufficiente spedire una lettera all'orafo in cui gli si diceva di consegnare una certa quantità di monete alla persona indicata, lettera che diventava "promessa di pagamento".
Gli orafi si erano trasformati in banchieri anche perché, trovandosi con ingenti quantità d'oro nei propri forzieri, cominciarono a prestarlo a chi ne aveva bisogno e a ricevere al momento della restituzione della somma data in prestito una quota in più, che ripagava l'orafo-banchiere del rischio e del favore. I "certificati di deposito" emessi dagli orafi e le "promesse di pagamento" dei proprietari del denaro depositato assunsero ben presto valore di moneta.
Nel 1658 il signor Palmistruch di Stoccolma, fondando la banca di Svezia, lanciò su grande scala il sistema dei certificati di deposito, che la banca emetteva su quantità d'oro di sua proprietà. Questi certificati non portavano il nome di chi aveva depositato, ma quello della banca di emissione: nasceva, così, la "banconota".
Le guerre, le crisi economiche e politiche, le rivoluzioni, di cui erano responsabili i re e i loro ministri, ma anche l'eccessiva intraprendenza dei banchieri, finirono spesso per far emettere una quantità di "certificati dell'oro", di banconote, maggiore rispetto all'oro posseduto. Inoltre, ognuno poteva in qualsiasi momento chiedere di convertire la banconota in oro. Per questo fu necessaria la nascita di banche centrali, che garantivano l'esatte emissioni di "carta moneta" che poteva circolare. L'intervento successivo consistette proprio nell'impedire che la moneta di carta potesse in qualunque momento essere cambiata in oro. Fino alla prima guerra mondiale, l'oro, conservato nelle casse dei vari paesi, garantiva ancora la moneta cartacea in circolazione e regolava i grandi commerci internazionali.
Già nel primo dopoguerra, venne affiancato, nello svolgere queste funzioni, da monete forti e garantite da grandi riserve auree, come il dollaro e la sterlina. Dalla fine della seconda guerra mondiale fino al 1971, il dollaro è stato l'unica moneta accettata in tutto il mondo e ancora convertibile in oro. Da allora, sui mercati internazionali vengono accettate, a saldo di grandi operazioni commerciali, le monete dei paesi economicamente più ricchi, come gli Stati Uniti, la Germania, Inghilterra e il Giappone. |
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