(Nevis, Antille 1757 - New York 1804), uomo politico statunitense. Grande sostenitore della causa separatista, durante la guerra d'indipendenza mostrò grande coraggio, tanto che George Washington lo volle come aiutante di campo e segretario personale. Nel 1789 Washington, divenuto presidente, lo nominò primo segretario al Tesoro.

(Waxhaw, South Carolina 1767 - The Hermitage, Nashville 1845), generale e uomo politico, settimo presidente degli Stati Uniti dal 1828 al 1836. Nel 1796 venne nominato deputato per lo stato al Congresso degli Stati Uniti. Sconfitto nelle elezioni presidenziali del 1824, nel 1828 si candidò nuovamente, riportando questa volta la vittoria. Quando tentò di ritirare i fondi federali della Banca degli Stati Uniti a favore di una serie di istituzioni minori dirette da politici a lui fedeli, il Senato, per la prima volta nella storia, votò la censura a un presidente. Rimasto in carica fino alla scadenza dell’incarico, riuscì poi a confutare le accuse che gli erano state mosse.

(Shadwell, Virginia 1743 - Monticello, Virginia 1826), terzo presidente degli Stati Uniti dal 1801 al 1809. Eletto al Parlamento della Virginia, nel 1775 partecipò alla delegazione che rappresentò la Virginia al primo Congresso continentale e, durante il secondo Congresso, presentò la bozza della Dichiarazione d'indipendenza. Tornato in Virginia, dove esercitò la carica di governatore, sostenne la libertà di culto, riformò il codice penale e abolì le leggi legate a particolari forme di diritto ereditario. Dal 1785 al 1789 fu ambasciatore a Parigi e, rientrato in America, fu segretario di Stato sotto la presidenza di George Washington. Diventato presidente nel 1801, nel 1809 abbandonò l’incarico e si ritirò in Virginia, dove si dedicò alla fondazione di un'università.