|
|
Rivoluzionario e uomo politico indocinese ( n. Annam 1890 m. Hanoi 1969 ). Esponente del partito comunista, nell'agosto 1945 si proclamò presidente della Repubblica del Viet Nam, che, per l'accordo del 1946 con la Francia, venne riconosciuta quale Stato autonomo entro la Federazione indocinese, inquadrata a sua volta nell'Unione Francese. Ma l'accordo si dimostrò inoperante e Ho Chi-Minh continuò la lotta per l'eliminazione del dominio francese dall'Indocina, seguì un'aspra guerra, che diede al problema indocinese una grande importanza internazionale, per la sua connessione con la"guerra fredda" tra l'Occidente e il blocco comunista. A essa mise fine la conferenza di Ginevra con l'accordo del 20 luglio 1954 per lo sgombero delle truppe francesi e la spartizione lungo il 17° parallelo del Viet Nam, la cui parte Settentrionale passò sotto il controllo del Vietminh con Ho Chi-Minh presidente della Repubblica e in un primo tempo (fino al settembre 1955) anche primo ministro. Da allora egli si è dedicato alla ricostruzione del Paese, ma non ha desistito dal suo ruolo di rivoluzionario e di agitatore, alimentando una micidiale guerriglia nel Viet Nam del Sud, lacerato da crisi interne. In questo sforzo espansivo, Ho Chi-Minh è venuto in contrasto con gli U.S.A. che hanno inviato ingenti forze militari in aiuto al Governo sudvietnamita. La cessazione dei bombardamenti aerei sulla Repubblica del VietNam, decisa dal Presidente Johnson, è stata una vittoria della sua fermezza. La scomparsa di Ho Chi-Minh non ha prodotto mutamenti nella politica nordvietnamita. Al suo posto è stato eletto Ton Due Thang.
|